storie dall'oscuro viandante

  1. Filippo Bruno Mattei: Cronache Di un Rinnegato
    Un ordine segreto.. una storia vera mai narrata prima.. Filippo Bruno Matrtei.. Cronache dell'anno 1300

     
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    La domenica, era festa grande...

    Mia madre Donna Elena Sforza-Mattei...
    che per molti era la più bella, tra le Dame ch en tempo affollavano la corte di Lorenzo e della Firenze bene,
    Sicuramente lo era per me;
    Mi costringeva a togliermi la casacca sdrucia e mettermi l'abito buono..

    A noi.. i§
    Rinnegati , come ci chiamavano era consentito metter piede entro le mura solo un giorno a setimana..
    La domenica, per via della Messa..

    E solo per poche ora...

    Gli unici altri casi in cui era permesso.. o perlomeno tollerato..
    erano, i rari , ma sempre più frequenti mattini.. o le ore più buie della notte...
    quando i"talenti" di mio padre erano richiesti , da ricchi mercanti o signorotti locali..

    Ed allora essi mandavan i paggi, e le carrozze bordate di velluto viola..
    intoccabili..

    le uniche che non potevano esser fermate s non da il Podestà stesso..

    e Venivano a prelevare mio Padre.. con la sua borsa piena di strumenti e polveri e unguenti.. e il suo libro di cuoio..

    e sparivano al galoppo nelle nebbie delle colline..
    via-...
    verso la casa di un moribondo..

    o di chi necessitava aiuti, che andavano oltre i poteri dei normali Cerusici..


    Quindi la Domenica per me era l'unica occasione di confronto .. con quelli che dovevano,per diritto di sangue e di titol.. esser miei pari.. kma dai quali misentivo lonano.. sia di dimora che di intenti..

    Mia madre non sapeva, che era anche l'unico modo che avessi per vedere.. la bella , Caterina Ambrogini Piperno..

    La figlia dell' orafo Ebreo..

    La visione della sua camminata aggraziata mi riempiva il cuore di un qualosa che poco a poco cominciavo a capire...
    sol in parte..

    Lei mi parlava.. un delle poche..
    avevamo frequentato entrambi il Righi Fabrizio della Cervinia.. il Precettore..

    Ci aveva condotti alli studi di astronomia letteratura Matematica e le discipline che un ragazzo della mia età doveva conoscere..

    Da quei giorni lontani, era iniziato il mio pulsar di passione per lei.. e non mi lasciavo sfuggire occasione.. per vederla..
    per farla ridere, con qualche trucco insegnatomi da mio padre...

    il quale non voleva ne mostrassi in giro.. tanto meno con la figlia dell' Usuraio ebreo..

    Ma io non ci badavo.. e per lei facevo sparire monete .. apparire fazzoletti.. e richiamavo gli uccelli dai nidi..
    Facendoli posare sulle sue esili spalle...

    Il nostro preferito era la Ghiandaia Marina..

    La richiamavo sempre per lei.. e lei arrivava...

    Fuori dalla chiesa sulla panca sinistra..
    vicino ai questuanti e ai ciechi che elemosinavano e cantavano le loro litanie

    Conoscevo la lingua della natura.. o almeno quello che mi aveva detto mio padre e vevo letto di nascosto dal libro di cuoio..

    Dove vi erano conservati i veri nomi delle cose..

    I nomi con cui puoi far atterrare un uccello.... o far comparire una pietra dal nulla..

    Si perchè le cose arrivano sempre , se chiamate col loro vero nome..

    Ma era un lingua perduta.. che solo pochi .. e i dotti conoscevano e sapevano usare..
    e lontano ancora era il tempo in cui avrei potuto padroneggiarla a pieno

    Ma quella domenica non la vidi a messa....
    e il mio animo ne fu turbato..
    l'agitazione mi pervase e non seguii le paroel del vescovo..

    fissavoo le vetrate della chiesa..
    colorate ..coi loro santi.. e storie dipinte...

    non sapevo ancora che quelle vetrate sarebbero state le ultime cose che avrebbe visto mio padre.. quando venne impiccato fuori dalla chiesa...
    mancavo solo 18 giorni.. e io ancora mi beavo nella sicureza che fcaa era casa..e che mio padre sarebbe stato sempre con me..
    18 giorni.. alla fine..

    18 giorni a quando sarei diventato un uomo.. e un Mago
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